Dopo il clamoroso sequestro del Fisco da ben 779 milioni di Euro ai danni della celebre piattaforma Airbnb, sembrerebbe che il portale abbia concluso un accordo per chiudere la partita e che verserà 576 milioni di Euro (tra ritenute dovute e non versate, sanzioni amministrative e interessi).
Airbnb ha fatto, dunque, finalmente chiarezza sul fatto che non cercherà di recuperare le ritenute fiscali dagli host iscritti alla piattaforma.
Una vicenda che va avanti dal 2017 e che si è svolta dentro e fuori dai Tribunali.
Alla fine, nel braccio di ferro tra il colosso internazionale ed il Fisco, l’ha spuntata quest’ultimo.
Cosa cambierà da questo momento?
Airbnb sarà ora costretta ad adeguare i propri sistemi per ottemperare alle varie normative, che in sintesi prevedono:
- l’obbligo di ritenuta pari al 21%, da operare sui pagamenti intermediati, facendo così da sostituto di imposta per gli host non professionali;
- l’obbligo di riversare al Fisco le somme trattenute. A titolo di imposta, ove il locatore opti per la cedolare secca. Oppure a titolo di acconto, ove il locatore non opti per la cedolare;
- L’obbligo di comunicare i dati relativi agli host iscritti alla piattaforma, agli alloggi presenti ed alle transazioni effettuate (vedi l’approfondimento che abbiamo fatto sulla normativa europea DAC7).
La comunicazione di Airbnb agli Host iscritti alla piattaforma
Gli iscritti alla piattaforma dovrebbero aver già ricevuto una comunicazione, da parte di Airbnb.
Il contenuto della comunicazione si può riassumere come segue:
- Airbnb non cercherà di recuperare le ritenute fiscali dagli host per il periodo 2017-2021
- per gli anni 2022 e 2023, la piattaforma invita i propri iscritti a regolarizzare eventuali posizioni fiscali non dichiarate
- per l’anno 2024, Airbnb annuncia che intende adeguarsi alle normative, operando la ritenuta e comunicando i dati richiesti
Commento ABBAV
Si tratta di una bella batosta per la piattaforma Airbnb, che aveva cercato strenuamente di opporsi alle normative europee ed italiane per il contrasto all’evasione nel mercato turistico-ricettivo.
Un epilogo piuttosto prevedibile, a ben vedere vicende e sentenze simili in Europa.
Chi ha sempre operato nella legalità, dichiarando e versando quanto dovuto, ha ben poco di cui preoccuparsi.
Gli evasori, invece, saranno con ogni probabilità spinti ad utilizzare nuovi metodi per pubblicizzare i propri annunci.